Ecocardiogramma

L’ecocardiogramma è un’ecografia del cuore. Si  ricorre all’ecocardiogramma per valutare la funzione cardiaca e confermare o escludere la presenza di una malattia cardiaca, come per esempio un danno del miocardio, un’insufficienza cardiaca o delle valvole.

Il cuore è un organo che trova posto nella gabbia toracica e occupa la parte centrale e la  sinistra. Anatomicamente, è divisibile in due metà, la metà destra e la metà sinistra.

È la pompa dell’apparato circolatorio. Il cuore riceve e invia il sangue circolante, attraverso  di vasi sanguigni:

  • Le vene cave, che immettono sangue non ossigenato all’interno dell’atrio destro.
  • Le arterie polmonari, che dipartono dal ventricolo destro e trasportano sangue non ossigenato ai polmoni.
  • Le vene polmonari, che immettono il sangue ossigenatosi nei polmoni all’interno dell’atrio sinistro.
  • L’aorta, che diparte dal ventricolo sinistro e trasporta il sangue ossigenato verso i vari organi e tessuti del corpo umano.
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Cos’è l’ecocardiogramma?

Un ecocardiogramma, o ecocardio, è un esame diagnostico che – attraverso l’utilizzo di una sonda a ultrasuoni – permette al medico di visualizzare il cuore, i vasi sanguigni a questo associati e il flusso di sangue all’interno delle cavità cardiache (atri e ventricoli).

COME FUNZIONA UN’ECOGRAFIA?

Per eseguire un ecocardiogramma si utilizza un ecografo. L’ecografo comprende tre elementi principali: una console computerizzata, un monitor e una sonda a ultrasuoni (detta trasduttore).

La sonda a ultrasuoni è l’elemento dei tre che, appoggiato al corpo, permette di visualizzare sul monitor (dopo l’elaborazione da parte della console computerizzata) gli organi e i tessuti al di sotto dell’area esaminata.

Indicazioni

In genere, viene prescritto un ecocardiogramma quando, a seguito di una determinata sintomatologia, si sospetta  la presenza di una malattia cardiaca.

un ecocardiogramma permette di individuare:

  • Un danno al miocardio (cioè il muscolo del cuore) provocato da un attacco di cuore (o infarto del miocardio). A seguito di un attacco di cuore, l’afflusso di sangue al miocardio è inferiore alle richieste e questo comporta la morte (o necrosi) dei tessuti maggiormente interessati dall’ischemia.
  • Uno stato di insufficienza cardiaca. Con insufficienza cardiaca, i cardiologi indicano l’inefficacia del cuore a pompare adeguatamente sangue verso i vari organi e tessuti del corpo.
  • Difetti congeniti del cuore. La parola “congeniti” significa “presenti fin dalla nascita”. Quindi, i difetti congeniti del cuore sono anomalie anatomiche del cuore presenti dal primo giorno di vita e frutto di un errore di sviluppo, durante la vita intrauterina.
  • Una valvulopatia. Per valvulopatia, i cardiologi intendono qualsiasi alterazione funzionale o strutturale che interessa le valvole cardiache. Le valvole cardiache sono in tutto quattro e sono quegli elementi che, nel cuore, regolano il passaggio di sangue tra le varie cavità cardiache (ossia tra atri e ventricoli) e tra i ventricoli e i vasi che da questi dipartono.
  • Una cardiomiopatia. Le cardiomiopatie sono condizione morbose caratterizzate da alterazioni prima anatomiche e poi funzionali del miocardio, che comportano una riduzione dell’attività contrattile del cuore.
  • Un’endocardite. Endocardite è il termine medico che indica un’infiammazione dell’endocardio (ossia il rivestimento interno del miocardio) e delle valvole cardiache.
  • Le endocarditi sono spesso condizioni di origine infettiva, per la precisione batterica.

Chiaramente, l’individuazione delle suddette condizioni attraverso l’ecocardiogramma ha risvolti importanti in ambito terapeutico: la conoscenza della malattia cardiaca in atto consente di pianificare il trattamento più adeguato.

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